Carissime e carissimi piovesi,
il Signore vi dia pace! Era questo il saluto che Francesco aveva fatto suo dal Vangelo. Vi raggiungo per augurarvi la pace (quanto ne è assetato il nostro cuore!) e per darvi alcuni aggiornamenti. Conservo nel cuore il vostro calore e la vostra accoglienza a me, figlio vostro, in occasione dell’Ordinazione Diaconale dello scorso ottobre. Spero che per ciascuno sia stata un’occasione di grazia per sperimentare ancora una volta quanto siamo amati e benvoluti dal Signore Dio.
Che tempo profondo abbiamo vissuto e stiamo vivendo per il virus che ci ha sconvolto! Qui in Umbria il pericolo di contagio è stato avvertito molto poco ma il senso di smarrimento della gente è stato comunque notevole. Da economo del convento spesso sono in giro per fare delle spese per la comunità e mi sono accorto che dove decido di fermarmi per alcuni minuti, le persone hanno un grande desiderio di raccontare ciò che hanno provato, ciò che hanno (o non hanno) fatto. Immagino che sarà così anche per voi.
Forse è il tempo, ora, di raccontarsi, di non riprendere tutto di corsa come se niente fosse accaduto perché, anche se non ce ne rendiamo bene conto, qualcosa dentro di noi è cambiato. Vale la pena di “perdere” del tempo ed ascoltare chi abbiamo vicino e chi incontriamo. Così ha fatto Gesù con i due che andavano ad Emmaus con il volto triste per la morte del loro Maestro (cf. Lc 24). Se imparassimo a leggere tutta la nostra vita con la Scrittura, in compagnia di Gesù, lasciandoci lavorare dallo Spirito, non ci sarebbe spazio per la paura perché Cristo ha vinto la morte, l’ha illuminata, vi ha messo dentro la sua Vita. Che bella la nostra fede! Questo dovremmo annunciare e testimoniare: che la speranza non è vero che è “l’ultima a morire”… ma è dentro e oltre la morte!
Per noi frati le riunioni e gli impegni “improrogabili” si sono azzerati. Così come i gruppi che nel nostro convento si alternavano per ritiri ed Esercizi Spirituali. In questi mesi abbiamo riscoperto la vita semplice di preghiera, di fraternità e di lavoro. Tutto ciò che è sufficiente e, anzi, sovrabbondante per vivere: le poche relazioni fondamentali, importanti, che chiedono la cura che l’agricoltore dedica al suo campo.
Per tutti dunque non sarebbe una follia riprendere a cercare altrove il senso della nostra esistenza?!
Infine vi raggiungo con qualche piccola notizia. Come forse sapevate, l’Ordinazione presbiterale di me e di altri 4 frati della mia Provincia religiosa era prevista per il 27 giugno 2020. Al fine di celebrare l’Ordinazione come Chiesa riunita e per permettere la partecipazione di famiglie e parrocchie, i nostri superiori hanno deciso di posticiparla a sabato 5 dicembre 2020. È ancora una data ipotetica vista l’incertezza in cui Covid ci ha messo. Potrebbe essere posticipata ulteriormente ma anche anticipata se la situazione resterà più “tranquilla” come sembra essere ora. Avremo notizie più precise probabilmente verso la fine dell’estate.
Vi chiedo di accompagnarmi con la preghiera, che il dono di Dio in me possa portare frutto per la vita della Chiesa.
Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità. Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. (Rm 12, 12-14)
Il Signore vi benedica, vi custodisca, vi mostri il suo volto di misericordia e vi dia la sua pace. Egli sia sempre con voi e faccia che voi siate sempre con lui.
In Cristo,
fra Matteo P. Polato