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di Fratel Paul McAuley, trovato senza vita nella Comunità studentesca "La Salle", a Iquitos,
dipartimento della foresta peruviana, dove si dedicava all’istruzione dei giovani indigeni.
Loro, come tutti i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i laici uccisi, portavano nella vita quotidiana delle
persone con cui vivevano, la testimonianza evangelica di amore e di servizio, cercando di alleviare le
sofferenze dei più deboli e alzando la voce in difesa dei loro diritti calpestati, denunciando il male e
l’ingiustizia, aprendo il cuore alla speranza.
Il riconoscimento della Chiesa
I missionari uccisi che raggiungono il riconoscimento del loro martirio da parte della Chiesa
costituiscono quasi la punta dell’icebeg di questo calvario contemporaneo. Nell’anno 2019 ricordiamo:
Mons. Enrique Ángel Angelelli, Vescovo di La Rioja (Argentina), Carlos de Dios Murias,
francescano conventuale, Gabriel Longueville, sacerdote missionario fidei donum, e il catechista
Wenceslao Pedernera, padre di famiglia, insultati e perseguitati a causa di Gesù e della giustizia
evangelica, che sono stati beatificati il 27 aprile 2019. "Furono assassinati nel 1976, durante il periodo
della dittatura militare, caratterizzato da un clima politico e sociale incandescente, che aveva anche
chiari aspetti di persecuzione religiosa" ha sottolineato il Cardinale Angelo Becciu nell’omelia della
beatificazione, ricordando che si impegnarono in un'azione pastorale “aperta alle nuove sfide pastorali,
alla promozione degli strati più deboli, alla difesa della loro dignità e alla formazione delle coscienze,
nel quadro della Dottrina sociale della Chiesa”.
Alla vigilia della Giornata Missionaria Mondiale del Mese Missionario Straordinario, il 19 ottobre, nella
Cattedrale di Crema, è stato beatificato l missionario del Pime, padre Alfredo Cremonesi, ucciso in
odio alla fede il 7 febbraio 1953, in Myanmar (Birmania) dove aveva trascorso 28 anni di missione. “Fu
proprio la sua carità – ha sottolineato il Cardinale Becciu – a portarlo a offrire la vita per difendere la
sua gente. Il beato Alfredo Cremonesi è una bella figura di vita sacerdotale e religiosa, un missionario
che ha consumato la sua esistenza nel dono della propria vita. Interamente dedito a Dio e alla missione
evangelizzatrice, era del tutto distaccato da se stesso: la sua esistenza era donata alla sua gente, della
quale aveva voluto condividere la condizione di povertà, rinunciando a ogni pur minimo privilegio”.
“Un martire, eccellente educatore e difensore evangelico dei poveri e degli oppressi, che si è fatto uno di
noi e per noi ha dato la vita” è stato, nelle parole del Cardinale José Luis Lacunza Maestrojuán, Vescovo
di David, lo statunitense fratel James Alfred Miller, dei Fratelli delle Scuole Cristiane (FSC,
Lasalliani), durante la celebrazioni di beatificazione che ha presieduto il 7 dicembre, a Huehuetenango,
in Guatemala, nel luogo del suo martirio, avvenuto nel 1982: la Casa Indígena La Salle, una scuola per
soli nativi delle zone rurali, molto povere, di cui era Vicedirettore ed in cui è stato sepolto.
P. Emilio Moscoso Cardenas, gesuita, primo martire dell’Ecuador, venne assassinato il 4 maggio 1897,
durante la Rivoluzione Liberale con forti connotazioni anticlericali che sconvolse l’Ecuador a
quell’epoca. “La sua vita virtuosa e la sua morte eroica incoraggiano ciascuno di noi a portare con
entusiasmo la luce del Vangelo ai nostri contemporanei, così come ha fatto lui. La sua testimonianza è
attuale e ci offre un significativo messaggio: non ci si improvvisa martiri, il martirio è frutto di una fede
radicata in Dio e vissuta giorno per giorno; la fede richiede coerenza, coraggio e intensa capacità di
amare Dio e il prossimo, con il dono di se stessi” ha detto il Cardinale Angelo Becciu, durante la
beatificazione che ha presieduto il 16 novembre a Riobamba.
L’Arcivescovo di Rouen, Mons. Dominique Lebrun, il 9 marzo ha concluso la fase diocesana della
causa di beatificazione di Don Jacques Hamel, che venne ucciso la mattina del 26 luglio 2016 mentre
stava celebrando la Messa nella chiesa di Saint Etienne du Rouvray, in Normandia, da due uomini
militanti del sedicente Stato islamico, che lo sgozzarono sull’altare.
Il 23 marzo presso il Centro Catechistico di Guiúa, diocesi di Inhambane (Mozambico), si è conclusa la
fase diocesana del processo di Beatificazione di un gruppo di catechisti laici mozambicani e delle
loro famiglie, uccisi in odio alla fede il 22 marzo 1992, mentre stavano partecipando ad un corso di
formazione in questo Centro Catechistico diocesano, gestito dai Missionari della Consolata (IMC).
Nella notte i guerriglieri della Renamo assalirono il dormitorio e presero uomini, donne e bambini, allo
scopo di avere informazioni sui loro avversari del Frelimo, cosa che ovviamente non ottennero e che
quindi scatenò la loro ferocia. I ribelli condussero le famiglie lontano dal Centro, a circa tre chilometri, e